“Steve Jobs” si svolge nei backstage pochi minuti prima dei lanci dei tre prodotti più rappresentativi nell’arco della carriera di Jobs – partendo con il Macintosh nel 1984 e finendo con la presentazione dell’iMac nel 1998 – portandoci, appunto, dietro le quinte della rivoluzione digitale, per tratteggiare un ritratto intimo dell’uomo geniale che è stato il suo epicentro.
Il protagonista è interpretato da Michael Fassbender, il film è scritto da Aaron Sorkin e il regista è Danny Boyle. Ecco di seguito le immagini dell’intervista proprio al protagonista Fassbender.
Intervista a Michael Fassbender
Queste le parole del protagonista Fassbender che racconta di quando ha letto il copione:
Sono state 197 pagine di dialoghi che scorrevano velocemente. La scrittura di Aaron ha un certo ritmo, per questo ho trascorso molte ore da solo a lavorare sul copione. Per fortuna, Danny ha avuto la lungimiranza di programmare un periodo di prove tra la ripresa di un atto e l’atto successivo, cosa rarissima. Anzi, che non succede mai. Io gli sarò eternamente grato, perché non sarei mai stato in grado di girare a questo passo senza quelle prove.
Questo invece il suo pensiero sulla persona Steve Jobs, con i suoi lati positivi e negativi:
C’erano delle parti della sua personalità che erano crudeli? Forse. E’ necessario rimproverare le persone in quel modo? Forse no… ma talvolta la personalità e i risultati che si raggiungono sono interconnessi. Talvolta le persone hanno bisogno di provocazioni e manipolazioni. E da attore, io so bene che talvolta i registi usano questa tattica. Quando si lavora tanto, la soglia della nostra pazienza si abbassa molto, e qui abbiamo un uomo che lavora molte, moltissime ore, senza sosta. Credo che prima del lancio del Macintosh abbiano lavorato 20 ore al giorno per tre, quattro settimane di seguito. In ogni campo, se stai fermo troppo a lungo, la competizione ti supera e ti fa fuori. Steve Jobs era molto cosciente della necessità di muoversi costantemente, di andare avanti.