C’è chi ha “sporcato” la vita con il Jazz, per poi dipingerla con pennellate d’inchiostro tali da fotografarne le sfumature. C’è chi la vita l’ha trascorsa nello sfarzo, lontano dai rumori dei bassifondi e dalla delinquenza che può trasfigurare il volto della capitale del mondo. C’è chi nasce “nell’ovatta”, chi ci arriva per caso e chi per conoscenza personale. C’è chi su tutto questo (e su molto altro) ci ha scritto un libro che T.S Eliot (per intenderci, per i pochi che non lo sanno, il Signore che ha scritto “The Waste Land”) ha definito come il primo passo in avanti che la narrativa americana è stata in grado di fare dopo Henry James.
Da dove cominciamo? Da due epoche che si incontrano sul set: il 1922 e il 2013. Partiamo.
Ci voleva un talento puro come quello di Baz Luhrmann, scrittore, produttore e regista per dare giustizia ad un capolavoro di F. Scott Fitzgerald, “Il Grande Gatsby“.
Il romanzo è trasposto cinematograficamente sulla base di un’interpretazione del tutto personale, la quale vanta la presenza in veste di protagonista di un Leonardo Di Caprio parecchio ‘a proprio agio’.
Eccolo dunque, il nostro Nick Carraway, cercare una volta di più di coronare il suo Sogno Americano.
Lasciato il Midwest, Carraway arriva a New York nella primavera del 1922. La Grande Mela è nel pieno di un’epoca all’interno della quale regna il moralismo. New York nel 1922 è una città deturpata dai delinquenti, con il Jazz in perenne sottofondo.
Trailer
Nick il sognatore ha un vicino di casa particolare. James Gatz. Tutti lo conoscono con il nome che si è scelto, Jay Gatsby, diverso da quello di battesimo. Gatsby ama le feste, e Nick si ritroverà in una di queste. I due si conoscono e il ‘mecenate’ mantiene da subito un atteggiamento riservato e moderato.
Universi a confronto
E’ un milionario dal cuore misterioso, il Grande Gatsby. E in più ha una cugina molto bella, Daisy. Ella vive sulla sponda opposta della baia in compagnia di Tom Buchnan, marito nobile ed autorevole.
Conoscendo Gatsby, Nick entra in contatto con una nuova realtà. Ha a che fare con lo sfarzo, con il mondo dei ricchi che promettono ponti d’oro. Conosce l’illusione, l’inganno, l’invidia, la falsità e, appunto, il moralismo.
Nick l’aspirante scrittore vive di stimoli. E in questa nuova dimensione ne ha parecchi. Diventa il testimone oculare di amori impossibili, discorsi ai limiti della follia, tragedie che strappano l’anima.
Il resto è storia, che torna a farsi carne. Verbo che diventa visione.
La buona notizia è che “Il Grande Gatsby” è un film con un cast di lusso. Lusso, la parola giusta.
Leonardo Di Caprio non poteva non interpretare Jay Gatsby. Al suo fianco, sul set, ha avuto l’occasione di lavorare con Tobey Maguire, nel ruolo di Nick Carraway. Poi ci sono Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher e Jason Clarke. E c’è anche un’esordiente. Si tratta di Elizabeth Debicki, nel ruolo di Jordan Baker, amica di Daisy e donna con la quale Carraway avrà una breve relazione.
Il film è in 3D. Le musiche sono di Craig Armstrong.