Ralph spaccatutto, recensione

Quando la sala giochi Litwak è chiusa, durante la notte i vari personaggi dei videogiochi lasciano i loro normali ruoli e sono liberi di recarsi in altri giochi e interagire tra di loro. All’interno di uno di questi videogames, un arcade piuttosto datato dal titolo Felix aggiustatutto i personaggi ammirano l’eroe Felix, ma rifuggono e isolano il cattivo Ralph spaccatutto. Ralph soffre molto di questa situazione a tal punto da frequentare un gruppo di sostegno per cattivi dei videogiochi, dove Ralph confessa il suo desiderio di smettere di essere il cattivo e per una volta giocare il ruolo dell’eroe.

Così una sera, di ritorno da una riunione Ralph scopre che tutti i personaggi del suo videogame hanno dato una  festa e per l’ennesima volta lo hanno ignorato, stanco di tutto ciò si esibisce in una sfuriata e prima di fuggire dal videogioco giura che riuscirà a guadagnarsi una medaglia d’oro, bonus solitamente destinato all’eroe e mai al cattivo e che lo farà costi quel che costi…

Se nel lontano 1982 con Tron la Disney disvelava per la prima volta un vero e proprio universo virtuale costruito all’interno di un videogame, oggi a quasi trent’anni di distanza da quel cult con Ralph spaccatutto ci mostra il cuore e l’anima di quel medesimo mondo, stavolta visto attraverso gli occhi di un cattivo da arcade, un tipo alla Donkey Kong tanto per intenderci, un cattivo sui generis perchè in realtà Ralph è un bambinone troppo cresciuto, che soffre nell’essere quello che in gergo viene definito una spalla, un partner che lavora quanto il protagonista, ma che vede il proprio apporto sottovalutato e la sua figura messa troppo spesso in ombra.

Per ovviare a questa insofferenza Ralph intraprenderà un viaggio che rappresenterà per lui un momento di crescita, il che includerà il creare disastri irreparabili, ma anche conoscere una vera amica, l’adorabile e pestifera pilota di kart Vanellope uno specchio della sua solitudine, una reietta in pixel che gli mostrerà che l’eroe non è in una medaglia, ma nelle azioni, non è in un bonus, ma nel comprendere i propri errori e cercare di porvi rimedio con dedizione e spirito di sacrificio.

Ralph spaccatutto sarà una gioia per i patiti dei videogames e in particolare per i fan del retrogaming, ma è concepito anche per chi di videogiochi non se ne intende, un film per tutti nel senso più ampio e positivo del termine. Il regista Rich Moore codifica in maniera impeccabile e una massiccia dose di buoni sentimenti, mai stucchevoli, un intero mondo popolato da personaggi ormai entrati nell’immaginario collettivo, parliamo tanto del veterano Pac-Man quanto della recluta Sonic, manca all’appello Super Mario, ma Moore ha promesso che lo inserirà nel sequel già in programma.

L’anno volge ormai al termine e quindi possiamo eleggere, senza se e senza ma Ralph spaccatuttoParanorman della Laika come i migliori lungometraggi d’animazione usciti quest’anno, quindi vi invitiamo a non perdere il primo uscito nelle sale proprio in questi giorni e a ripescare il secondo quando approderà in versione home-video: divertimento, emozioni e meraviglie in CGI sono assicurati.

Nelle sale dal 20 dicembre 2012

Note di produzione: nel cast di voci originali figurano John C. Reilly (Ralph), Jane Linch (sergente Calhoun) e Sarah Silverman (Vanellope) mentre per il doppiaggio italiano c’è il regista Paolo Virzì (Aspro bill) e il rugbista Sergio Parisse (Zangief); le musiche sono del compositore inglese Henry Jackman (Mostri contro alieni), mentre la colonna sonora include brani di Skrillex e Owl City; il film ha fruito di un budget di 165 milioni di dollari.

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