Nell’incipit faremo la conoscenza di un Erik Lensherr futuro Magneto (Michael Fassbender) ancora adolescente che durante la deportazioni naziste del ’44 incontra il Dr. Schmidt (Kevin Bacon) che intuite le potenti capacità mutanti del ragazzo ne uccide la madre a sangue freddo, scatenando in lui un bisogno feroce di vendetta che lo porterà nel successivo ventennio a viaggiare da un continente all’altro a caccia di nazisti, sperando di rintracciare Schimdt e avere la sua vendetta.
Nel frattempo in Inghilterra il brillante studente in genetica Charles Xavier futuro Professor X (James McAvoy) insieme alla mutaforma Raven futura Mystica (Jennifer Lawrence) cresciuta con lui al pari di una sorella minore, si ritrova reclutato dalla CIA per dare la caccia proprio a Schimdt che nel frattempo ha cambiato identità assumendo l’alias Sebastian Shaw, ha sviluppato un immenso potere e ha intenzione con la sua cricca di mutanti votati al lato oscuro di far scoppiare la terza guerra mondiale, dando il via alla tristemente nota Crisi dei missili di Cuba.
Da una parte avremo Xavier che pensa che la razza umana non sia in toto un nemico da distruggere e spera in una convivenza all’insegna della tolleranza tra umani e mutanti, dall’altra c’è il megalomane Shaw che vuole accelerare ciò che madre natura potrebbe impiegare centinaia di anni a mettere in atto, l’estinzione di massa di una razza obsoleta per far spazio ad una nuova razza dominante, naturalmente mutante.
X-Men: l’inizio torna alle origini non solo dei protagonisti, ma della serie che Bryan Singer lanciò nel 2000 e che dopo un paio di capitoli d’alto profilo aveva imboccato la strada dell’action tout-court con il terzo capitolo, X-Men: Conflitto Finale, ancora una volta la scelta di un regista non avvezzo a cotanta materia prima da blockbuster come Matthew Vaughn, ma prima ancora c’era stato Gavin Hood per Wolverine, ha riportato ancora una volta la serie allo spessore degli esordi, con personaggi ben caratterizzati in cui il lato ludico assume una gradevole connotazione adulta, amplificata da accadimenti storici a dar ancor più solidità e credibilità al contesto supereroistico.
Vaughn segue le orme di Synger e confeziona un film intrigante, che piacerà anche a chi non è avvezzo al genere proprio perchè delinea i personaggi dalle loro origini, naturalmente a patto che si sia a suo tempo apprezzato la lettura di Synger formato supereroi con superproblemi, senza però lesinare qualche centellinata digressione camp come nel dittico dedicato ai Fantastici quattro.
X-Men: L’inizio grazie ad un cast di spessore, notevoli le performance di Fassbender e McAvoy e in gran forma Bacon, una messinscena sobria con pochissime cadute di stile, effetti speciali mai ridondanti e particolare cura per la caratterizzazione dei personaggi, fuga ogni dubbio su questa operazione prequel senza dubbio perfettamente riuscita.
Nelle sale a partire dall’8 giugno 2011
Note di produzione: nel cast ruoli per Rose Byrne nota per il legal-drama Damages, Zoe Kravitz figlia del musicista Lenny Kravitz e Jennifer Lawrence protagonista del fantascientifico The Hunger Games, senza dimenticare uno spassoso cameo per Hugh Jackman nei panni di Wolverine.