Seguiremo le vicissitudini di tre fratelli dalla loro infanzia in Algeria sino ai diversi percorsi che intraprenderanno le loro vite, percorsi che porteranno Massaoud (Roschdy Zem) a combattere in Indocina, Abdelkader (Sami Bouajila) a finire in prigione per le sue idee politiche contro il governo francese e Said (Jamel Debbouze) a fuggire con la madre in Francia vivendo di espedienti.
I tre fratelli si incontreranno nuovamente dopo dieci anni proprio in Francia, ognuno con il suo bagaglio di sofferenza ed esperienze, ma mentre Abdelkader e Massoud diventeranno mente e braccio armato del Fronte di liberazione Nazionale algerino, Said deciderà di restare lontano dalla politica ed aprirà un night club e in seguito una palestra, dedicandosi ad una giovane promessa del pugliato.
L’inasprirsi del conflitto tra l’FNL e il governo francese porterà Abdelkader e Massoud ad entrare in clandestinità cominciando a intraprendere azioni armate al fine di sollevare il popolo algerino e l’opinione pubblica francese onde accellerare il percorso verso l’indipendenza dell’Algeria.
Il governo francese dopo l’uccisione di alcuni poliziotti rei di aver imprigionato e torturato membri dell’FNL creerà una sorta di task-force segreta denominata La mano rossa che operando oltre i limiti della legge e spacciandosi per un’organizzaione criminale comincerà a decimare gli uomini dell’FNL, scatenando una guerra senza quartiere che trasformerà il territorio francese in un vero e proprio campo di battaglia.
Il regista francese di origini algerine Rachid Bouchareb non scende a compromessi quando descrive il massacro di Sétif e Guelma dell’8 maggio 1945 narrato nell’incipit del film, creando un notevole strascico di polemiche in patria, ma quello che più colpisce nel film di Bouchareb e l’utilizzo del cinema di genere per narrare l’importante e dolorosa evoluzione storico-politica di un’intera nazione, un film che avrebbe potuto abbracciare i crismi del dramma storico e che invece intraprende un percorso che esplora il gangster-movie americano, il poliziesco alla francese ed il crime di alto profilo che ha contraddistinto classici come Gli intoccabili di Brian De Palma e il Nemico pubblico di Michael Mann.
Bouchareb confeziona un solido dramma d’altri tempi che non rinuncia ad una regia d’ampio respiro e ad una messinscena di rara eleganza. Uomini senza legge, polemiche e controversie a parte, resta un imperdibile occasione per godersi una pellicola che ammicca a grandi classici del cinema di genere regalandogli lo spessore intrinseco della storia con un coinvolgente viaggio attraverso quarant’anni di grandi mutamenti politici visti attraverso la lente deformante dell’amore fraterno.
Nelle sale dall’11 maggio 2011
Note di produzione: il film e una sorta di ideale sequel di Days of Glory (Indigénes), pellicola del 2006 di Bouchareb che vedeva nel cast il terzetto di protagonisti di Uomini senza legge, la pellicola candidasta agli Oscar 2011 come miglior film straniero è stata presentata in concorso alla sessantatreesima edizione del Festival di Cannes suscitando numerose proteste.