Che Tinto Brass ami la provocazione non è una novità, così dopo qualche pellicola non propriamente memorabile e un periodo di inattività, seguendo l’esempio del collega Dario Argento con il suo progetto di un Profondo Rosso 3D, che pare sia naufragato, afferma in questi giorni di voler girare il primo film erotico italiano in 3D, rivisitando il mito dell’imperatore romano Caligola, cavalcando l’onda del successo dell’Avatar di Cameron, e che Brass ha già ribattezzato Chiavatar.
Ma questa storia del 3D pruriginoso l’avevano già lanciata i cinesi qualche mese fa con il progetto di un porno 3D accampando il primato di primo progetto del genere, quando in realtà sembra che il primo film softcore che abbia utilizzato questa tecnica sia americano e risalga addirittura al 1969. Certo Brass parla di film erotico, non pornografico, ma bisogna ammettere che in alcuni degli ultimi lavori del regista, il confine si è dimostrato alquanto labile.
Il 3D comunque è una tecnica piuttosto anziana, basti pensare che oltre ad alcune sperimentazioni negli anni ’20, il suo momento d’oro risale al periodo che va dal 1952 al 1955, dopo i primi cortometraggi sperimentali, i film che utilizzeranno questa tecnica saranno i cosiddetti B-movie, horror e fantascienza con qualche curiosa incursione nel western e nel musical, pellicole dal discreto successo che utilizzeranno al meglio questa nuovo supporto visivo, all’epoca ipertecnologico e incredibilmente immersivo.
Poi la tecnica molto laboriosa e costosa finirà per essere accantonata per ritornare in auge nel decennio ’69-’79, qui venne ulteriormente sviluppata, tra i film dell’epoca ricordiamo La maschera dell’incubo (The Mask) con alcuni inserti in 3D, il primo porno 3D della storia Le porno hostess in super-3D (The Stewardeness) e l’horror/erotico Il mostro è in tavola…Barone Frankenstein di Paul Morrisey e Antonio Margheriti.
Ancora una pausa e poi il revival anni’80 inaugurato nel 1981 dal western americano Comin’ at Ya! diretto dal nostro Ferdinando Baldi, che fungerà da apripista a più di una decina di pellicole confinate comunque nel cinema di genere, tra cui spiccano un capitolo di Venerdì 13, uno di Amityville ed il terzo capitolo de Lo squalo.
Passeranno oltre vent’anni, dal 1985 sino al 2003, prima che le nuove tecnologie tornino a regalare al 3D l’ennesimo periodo d’oro inaugurato proprio da James Cameron con il suo documentario in Imax-3D Ghosts of the abyss, e per culminare sempre con lo stesso Cameron e il suo recente Avatar, che diventerà nuovo punto di partenza per un’altra era tutta all’insegna del neonato Real 3D e dell’intrattenimento next generation.