Il senso del titolo non è il presagio di un potenziale seguito, ma una mancata dignità nel chiudere i tre episodi della famiglia Firefly che ci avevano dato tanta speranza per un ritorno al periodo d’oro dello slasher-movie e dello splatter gratuito e senza freni: 3 From Hell di Rob Zombie non era un film necessario se non per aggiungere un ulteriore capitolo e gettare nel dimenticatoio quella che poteva essere una bella storia.
Una trilogia necessaria?
Trilogia, sì, perché per chi è ancora digiuno del cinema di Rob Zombie è tempo di sapere che 3 From Hell è il terzo capitolo della saga dei Firefly, la famiglia di redneck senza una morale che ammazza il tempo seviziando, torturando e uccidendo persone colpevoli di essere al mondo. Ci siamo appassionati a loro con La Casa dei 1000 Corpi (2003), che ci restituiva quel teatro delirante e acido dei tempi di Non Aprite Quella Porta (1974) di Tobe Hooper, vero e proprio slaughter-movie in cui nemmeno lo spettatore riesce a fuggire dalla follia omicida e claustrofobica di una famiglia completamente folle, cannibale e sanguinaria.
C’è di più: ne La Casa dei 1000 Corpi Rob Zombie è stato capace di non farci rimpiangere Leatherface grazie alla presenza di un Sid Haig nel ruolo del Capitano Spaulding, ma soprattutto un Matthew McGrory nel ruolo di Tiny Firefly, il freak che nel teatro di psicopatici che si consuma all’interno delle case rurali americane non deve mancare.
Un semplice scenario: sfigatelli che finiscono nell’abitazione della famiglia Firefly e si ritrovano in un inferno di sangue e violenza.
Si ricomincia con La Casa Del Diavolo (2005), secondo capitolo in cui i Firefly devono fare i conti con la polizia e fuggono seminando morte, violenza e sangue a chiunque si trovi sulla loro strada. Sembrava un finale decente, quella pioggia di proiettili che investiva Spaulding, Baby e Otis in fuga dalla vendetta dello sceriffo Wydell.
Un film fine a se stesso
Non sappiamo se la scelta di girare 3 From Hell sia tutta di Rob Zombie o se ci sia stata una grande richiesta del pubblico, sta di fatto che il film inizia con i 3 personaggi ridotti a un colabrodo recuperare la salute e scontare la loro pena in carcere.
Fuggiranno dalle patrie galere, ma non tutti. Baby e Otis ritroveranno la libertà con l’intervento di Winslow Foxworth Coltrane, mentre di Sid Haig (Spaulding) ci dimenticheremo presto. I “3 dall’inferno” non sono altro che i soliti redneck che di nuovo cercano la fuga seminando morte e sangue, ma questa volta puntano verso il Messico dove non sono ricercati. Il loro ultimo teatro di lotta sarà proprio quel Messico in cui vive il figlio di una delle loro vittime, che dà loro la caccia e arriverà con un esercito di messicani malavitosi armati fino ai denti, mascherati e corpulenti. Tutto prevedibile, sappiatelo, soprattutto nel finale.
I personaggi
Baby Firefly è sempre più fuori di testa e perversa, mentre l’Otis che nei capitoli precedenti era il secondo personaggio pulp insieme a Spaulding (che qui vedremo soltanto nei primi minuti del film) lo troviamo stanco e svogliato, dalla lingua poco pungente e totalmente assorbito dall’ombra di Coltrane, personaggio inedito della trilogia ma che letteralmente – in termini di violenza e sadismo – fa il cu*o agli altri due.
Il risultato è un teatro dell’assurdo e non nel senso storico del termine: il film, oggettivamente, ha poco senso se non quello di farci ritrovare personaggi che non si sono evoluti e che a questo giro vengono accompagnati da una nuova comparsa ben più interessante dei nostri vecchi.
Cani Arrabbiati di Mario Bava (1974), a quanto pare, non riesce a dare una lezione a tutti e Rob Zombie ha avuto la presunzione di tentare una chiusura dignitosa della trilogia. Fallendo. Dialoghi che sono una versione sguaiata di Arancia Meccanica si accompagnano a ottime riprese e ottime soluzioni di montaggio, soprattutto grazie all’eccellenza della colonna sonora, ma credere a 3 imbecilli che sopravvivono a un esercito di malavitosi armati fino ai denti, lasciatecelo dire, è molto difficile.
Non si tratta di non comprendere la bravura di 3 attori perfettamente calati nella parte tanto da desiderare la morte dei loro 3 personaggi: Otis, Baby e Coltrane, in 3 From Hell di Rob Zombie, riescono a rendersi ridicoli e a muoversi in una trama altrettanto fiacca e scontata.