Fare film, si sa, non è un mestiere facile, sebbene ai più possa sembrare vero il contrario; in più, partecipare in uno dei film più attesi dal mainstream è compito ancor più arduo: lo sanno bene i personaggi del cast di Vacanze di Natale a Cortina, pellicola che tenta di accontentare i gusti della maggior parte del pubblico che popola le sale italiane.
E’ interessante notare, innanzitutto, che siano state effettuate scelte in controtendenza rispetto agli altri lungometraggi che compongono la cosiddetta serie di cinepanettoni lunga un trentennio: per prima cosa, il cast è stato selezionato non secondo il solito criterio della popolarità mediatica dei personaggi soprattutto di natura televisiva (se non si considera qualche cameo di Giorgia Palmas o Laerte Pappalardo dall’ultima stagione dell’Isola dei Famosi, o le apparizioni di grandi personaggi come Cesare Prandelli, Simona Ventura, Alfonso Signorini o l’entourage nobiliare con a capo Emanuele Filiberto di Savoia, che sono tutte apparizioni funzionali e non strutturali); di conseguenza, la scelta è ricaduta su attori bravi, preparati e -perché no- amati dal pubblico cinematografico e televisivo.
Seconda considerazione è il sempreverde detto non ci sono cattivi attori, ma solo brutte sceneggiature: per fortuna, non è questo il caso generale del film, anche se qualche dialogo sia troppo diluito o aleggino battute poco efficienti (e non poco efficaci), che fanno perdere colpi al ritmo della narrazione corale, un esempio è più di una conversazione tra l’autista Lando/Dario Bandiera e l’Ing. Brigatti/Ivano Marescotti, o la faida familiare tra Massimo e Brunella contro Andrea e Wanda (rispettivamente Ricky Memphis, Valeria Graci, Giuseppe Giacobazzi e Katia Follesa.
Terza considerazione è sul linguaggio fresco, giovanile e poco sgangherato, con dialoghi che si lasciano seguire senza troppe burinate e, soprattutto, dove si è toccato il minimo storico di mancanza di nudità e pudenda di fuori (tranne che per Sabrina Ferilli in un completo sexy o la splendida Olga kent nelle scene intime con Dario Bandiera); discorso diverso è per il gusto delle battute, che sicuramente giovani e pubblico maschile gradiranno, mentre le signore non rideranno con la stessa facilità.
Quarta considerazione è la coralità: com’è ben noto, le vicende parallele e gli intrecci sono sempre ponteggi pericolanti su cui anche buoni film possono traballare; per Vacanze di Natale a Cortina, invece, tutto funziona come previsto senza risultare prevedibile; ogni storia ha una sua precisa tonalità, una sfumatura diversa dalle altre dinamiche che si snodano ma, nel complesso, le differenti gradazioni narrative risultano attigue e sequenziali, in una ben nutrita varietà di colori e contrasti.
Tutto fila e l’ovvietà non risulta essere la benvenuta sotto il vischio, pertanto un voto positivo e promozione della pellicola, che convincerà anche quella fetta di pubblico che notoriamente tende a snobbare il cinepanettone, nonostante una o due pennellate kitch tipiche del filone cinematografico tocchi sorbirsele, come l’inquadratura sul primo piano della Ventura che alle spalle è attorniata da montagne innevate con un effetto digitale troppo evidente, o le trash-inquadrature sulla folla pronta a sciare (e preghiamo che non sia giustificato come un omaggio al cinema di genere anni ’90), o la perla di saggezza finale di De Sica:
Morto un Papi, se ne fa un altro.
Note di produzione: tutti i brani del film sono stati curati da Bob Sinclair, che ha anche remixato pezzi storici come Maracaibo, mentre le musiche sono di Bruno Zambrini; la canzone Christmas Medley è stata invece cantata da Il Volo.