21-12-2012, si avvicina la famigerata data legata ad un presunto grande cambiamento per l’umanità o per i più catastrofisti ad una vera e propria fine del mondo, ma non è certo la prima volta e non sarà neanche l’ultima che annunci del genere catalizzano l’attenzione di milioni di persone, mass-media inclusi.
The day after tomorrow
2012, colonna sonora
Oggi per le colonne sonore vi segnaliamo lo score di 2012, disaster-movie eco-apocalittico firmato dello specialista Roland Emmerich, che per accompagnare le maestose sequenze a base di spettacolari effetti speciali del suo film affida le musiche alle capaci mani di Harald Kloser e Thomas Wander, coppia che aveva già visitato il genere nel precedente film di Emmerich a base di catastrofi ecologiche The day after tomorrow.
Kloser e Wander sfornano un partitura a quattro mani davvero coinvolgente, temi epici e maestosi si accompagnano ad uno score formato kolossal anche nelle intenzioni sonore, mai parche di coinvolgimento emotivo anche nelle sequenze/tracce più concitate, vedi Run Daddy Run.
Dopo il salto le 24 tracce tra cui spiccano l’evocativa The End is Only the Beginning e qualche intrigante incursione vocale come la ballad Time for Miracles di Adam Albert.
Batik Film Festival 2009, a Perugia si esplora l’immaginario
A Perugia dal 3 all’8 dicembre il Batik Perugia Film Festival esplora il mondo dell’immaginario in tutte le sue accezioni e digressioni, un’operazione difficile, ma non impossibile come dimostra l’intenso e mirato progamma multimediale approntato per l’occasione dagli organizzatori dell’evento, che hanno cercato di suddividere l’immaginario come forma d’espressione in categorie ben distinte.
Otto sezioni che si riuniscono sotto un’unica tematica Miti del presente: essere eroi e supereroi, ed ora diamo un’occhiata al festival sezione per sezione.
2012, recensione
2010 durante alcuni rilevamenti uno scienziato indiano scopre che una serie di repentini cambiamenti stanno destabilizzando la crosta terresre, cambiamenti che daranno il via entro tre anni ad una catastrofe naturale che porterà l’intero pianeta ad essere devastato da terremoti e inondazioni, in perfetta concomitanza con il famigerato calendario maya.
Nel frattempo mentre i potenti della terra si danno un gran da fare per proteggere il segreto onde evitare ondata anarcoide della popolazione del pianeta, si mettono al sicuro opere d’arte, si elimina fisicamente qualche curioso, e si costruiscono delle arche che ospiteranno chi può permettersi un biglietto da un miliardo di euro, un gruppo selezionato da genetisti onde perpetuare al meglio la razza umana, i canonici animali in puro stile biblico e naturalmente i governanti delle nazioni mondiali.
Tra questi fortunati prescelti purtroppo non c’e lo scrittore fallito e padre latitante Jackson Curtis (John Cusack), che subodora qualcosa durante un campeggio con i figli nello Yellowstone Park dove il governo sta monitorando alcuni eventi sismici, e anche grazie a qualche dritta gentilmente fornitagli da Charlie Frost (Woody Harrelson) paranoide complottista decisamente fuori di testa, ma l’unico veramente consapevole dell’immane catastrofe.
Independence Day: recensione
2 Luglio 1996 il SETI (programma di ricerca di intelligenze extraterrestri) recepisce uno strano rumore di fondo proveniente dallo spazio, dopo l’iniziale caos da comprensibile entusiasmo si cerca di stabilire di cosa si tratta, il rumore proviene da un gigantesco oggetto che si sta approssimando alla Luna, una volte che l’oggetto rallenta si esclude l’ipotesi di un meteorite. Dal gigantesco UFO si distaccano dei frammenti che si rivelano essere delle astronavi che si posizionano sulle più grandi città del pianeta rimanendo in attesa.
In contemporanea per coordinarsi le navi aliene utilizzano un segnale chie rimbalza sui satelliti per le comunicazioni in orbita, segnale che solo David Levinson (Jeff Goldblum), rsperto in telecomunicazioni riesce a decrittare come un conto alla rovescia. Resosi conto del pericolo, e sapendo che l’ex-moglie Connie è persona di fiducia del Presidente si reca alla Casa Bianca dove comunica la notizia al Presidente Thomas J. Whitmore ( Bill Pullman) ed al suo staff, il tempo purtroppo è limitato e Whitmore fa quel che può ordinando dove possibile l’immediata evacuazione delle città.
I timori di David si rivelano esatti, terminato il conto alla rovescia ogni astronave arma un potentissimo ordigno che devasta tutte le città, dando il via così ad una vera e propria invasione che vedrà un manipolo di sopravvissuti capitanati dal Presidente Whitmore opporsi e preparare una controffensiva cercando di colpire il cuore dell’esercito invasore, la nave madre in orbita nei pressi della Luna…