Il penultimo giorno della settimana è sempre un’ottima occasione per degustare pellicole di alta classe. Non si smentisce questo primo sabato di primavera, all’insegna di “Harry Potter e il calice di fuoco”, “K19”, “Scuola di ladri”, “Sognando Beckham” e tanto altro ancora.
Sfida tra i ghiacci
Fire Down Below-L’inferno sepolto, recensione
Gli Appalachi del Kentucky orientale diventano la cornice di una natura violata senza remore, compagnie senza scrupoli scaricano rifiuti tossici celandoli all’interno di miniere abbandonate, causando una devastazione ambientale senza precedenti, sotto gli occhi dell’inerme popolazione locale che per non perdere il proprio lavoro e sotto scacco di potenti imprenditori non può far nulla. L’agente Jack Taggart (Steven Seagal) dell’agenzia per la protezione dell’ambiente è inviato su posto ad indagare sotto copertura, dopo che un collega, anch’egli sulle tracce delle velenifere scorie, viene trovato morto.
La prova, recensione
In un bar un’anziano signore sorprende gli astanti sfoggiando, nonostante l’età sorprendenti abilità nel combattimento corpo a corpo e dopo aver steso alcuni facinorosi clienti del locale, comincia a raccontare della sua vita piuttosto avventurosa.
Scopriremo che ilo suo nome è Christopher Dubois (Jean-Claude Van Damme) è che in gioventù, nel lontano 1925, viveva a New York. Rimasto orfano da bambino, Dubois si prendeva cura all’epoca di un folto gruppo di giovani orfani vivendo di espedienti.
Costretto alla fuga e ad abbandonare i suoi piccoli protetti, promettendogli però di tornare al più presto, Dubois braccato dalla polizia finirà per nascondersi su una nave in procinto di salpare, nave in cui verrà scoperto e da clandestino ridotto in catene da alcuni contrabbandieri turchi.
I bruttissimi, il colore della notte
Oggi per i Bruttissimi il thriller Il colore della Notte, che come fece a suo tempo il disastroso Sliver e il mediocre Basic Istinct, entrambi con Sharon Stone, punta tutto sul pruriginoso, con nudi a iosa e sesso a vagonate per nascondere, malamente, una trama che sfiora il ridicolo, ed una delle peggiori performance di Bruce Willis.
Il dottor Bill Capa (Bruce Willis) è uno psichiatra traumatizzato dopo aver assistito al suicidio di una sua paziente, trauma che gli ha causato una bizzarra reazione psicosomatica, Capa non può più distinguere il colore rosso, il suo cervello ha escluso dalla sua percezione visiva questo colore, associandolo al sangue della paziente suicida.
I bruttissimi, Sfida tra i ghiacci
Per la rubrica I bruttissimi torniamo ad occuparci di Steven Seagal che nel 1994 sforna il pasticcio action eco-ambientalista Sfida tra i ghiacci, debutto alla regia dell’attore ed inizio del suo declino che lo relegherà ben presto nel mercato home-video, dopo un decennio all’insegna di alti e bassi, tentativi di resurrezione e tonfi colossali.
Molti gli attori che come Seagal hanno fatto il grosso errore di anticipare il passaggio dietro la macchina da presa, causando non pochi danni, vedi gli esempi di Van Damme con il suo The Quest-la prova, o più recentemente Tony Jaa con il suo Ong Bak 2-la nascita del dragone.
Seagal da sempre impegnato in ambito ambientalista e strenuo difensore delle minoranze etniche, si trasforma per l’occasione in uno specialista in esplosivi con una particolare abilità nel domare incendi di cui sono oggetto pozzi petroliferi e raffinerie, al soldo in Alaska di un sordido amministratore delegato (Michael Caine) si ribellerà al suo datore di lavoro reo di commerciare in rifiuti tossici e difenderà i diritti degli eschimesi.
Un film pasticciato, infarcito di retorica e scena al limte del surreale,basta dare un’occhiata ai video in coda al post, la rissa in un bar con redenzione a suon di botte di un tipaccio da osteria, e la fase mistica con visioni di cui è oggetto il protagonista durante la sua permanenza in un villaggio eschimese.
Giustizia a tutti i costi, recensione
La vita dell’italo-americano Gino Felino (Steven Seagal) nel quartiere di Brooklin non ha avuto lo stesso percorso di molti suoi coetanei finiti al soldo delle famiglie malavitose della zona tra droga e prostituzione. Felino è diventato un poliziotto, ma non ha dimenticato le sue origini e ha mantenuto i contatti con il suo quartiere ed alcuni amici d’infanzia.
Questo suo stare nel mezzo ne fa una sorta di ago della bilancia tra autorità e criminalità, ma Felino pur se onesto e dotato di un alto senso della giustizia ha qualche problema a gestire sul lavoro il suo carattere irruento e i suoi modi sin troppo spicci, e in più di un’occasione si è dimostrato fonte di imbarazzo per il dipartimento di polizia.
I guai per il detective arriveranno però da quella che si può definire una mina vagante, lo psicopatico tossicodipendente Richie Madano (William Forsythe) che con tre compagni di scorribande si da alla mattanza per il quartiere sotto l’effetto di ingenti quantitativi di droga e alcol, che in pieno delirio di onnipotenza lo porteranno a strafare e a freddare proprio il partner di Felino.