Questa sera in tv ci sono solo film dal valore inestimabile. Non c’è un titolo che non meriti di non essere approfondito e, come succede poche volte ormai, c’è davvero l’imbarazzo della scelta.
Saturno Contro
Immaturi, recensione
Assistiamo alle melanconiche vicissitudini di sei perenni maturandi e non solo in senso scolastico, perchè questi sei ex-compagni di liceo si ritrovano dopo 20 anni con vite incasinate, responsabilità latitanti e un diploma tanto sudato che viene invalidato costringendoli a tornare sui libri per ridare un esame che ha rappresentato, nonostante alti e bassi emotivi, il periodo più bello e spensierato della loro vita.
Giorgio (Raoul Bova) è uno psicologo infantile che sembra vivere un’intesa di coppia sin troppo perfetta con la sua compagna (Luisa Ranieri), almeno sino a che lei non gli comunica un’inaspettata gravidanza e a lui non manca il terreno sotto ai piedi.
Lorenzo (Ricky Memphis) agente immobiliare è un mammone e bamboccione di quelli temerari, vive ancora con i genitori e dorme nella sua cameretta con tanto di letto a castello, ma mentre il padre (Maurizio Mattioli) lo vorrebbe fuori di casa, la madre (Giovanna Ralli) continua a trattarlo come un tredicenne evitando di recidere un cordone ombelicale che ha dell’inquietante.
Solo un padre, recensione
Carlo (Luca Argentero) è un dermatologo che lavora in uno studio medico con altri colleghi ed amici, per lui la vita scorre nel tran tran quotidiano fatto di visite, un pò di sport e l’amore della sua vita, la piccola Sofia, amorevolmente coccolata nelle ore in cui Carlo è al lavoro dai nonni.
Carlo è vedovo da poco più di un anno, sua moglie è morta dando alla luce la sua Sofia che è diventata per l’uomo il centro di un microcosmo fatto di ricordi dolorosi, ma anche di impagabili momenti di dolcezza regalatigli dalla sua bambina, una figlia per cui Carlo ha un amore viscerale che il trauma subito e non pienamente metabolizzato trasforma spesso in una figura paterna iperprotettiva.
Ad aiutare Carlo nel suo percorso di padre single e marito afflitto da più di qualche rimpianto, gli onnipresenti amici e Camille (Diane Fleri), una bella studentessa francese che una mattina come tante piomberà nella vita di Carlo e di Sofia, portando un pò di quell’amore e solarità tutta al femminile da troppo tempo latitante.
Luca Argentero: una sorpresa da reality
Luca Argentero nasce a Moncalieri in provincia di Torino il 12 aprile 1978, dalla bellezza tipicamente mediterranea, tenta la carta forse più semplice per approcciarsi al mondo dello spettacolo, quella del reality, e si fa subito notare all’interno della casa de Il grande fratello per un certo stile ed un’indubbia sobrietà caratteriale.
Cugino della presentatrice Simona Ventura, Argentero non vince la terza edizione del famoso reality, ma una volta fuori termina gli studi laureandosi in economia e commercio e gestisce bene la sua immagine, centellinando ospitate telvisive e servizi fotografici.
Margherita Buy: sensibilità d’artista
Timida, riservata, quando è alle prese con qualche intervista il suo sguardo profondo e un pò sfuggente lascia trasparire una grande sensibilità mista a fragilità, magica commistione che l’attrice riversa nei suoi personaggi, sempre un pò nevrotici, fobici e alla perenne ricerca di punti fermi, questo è Margherita Buy, un’attrice istintiva che indossa il suo carattere come una sorta di armatura, trasformando qualche imperfezione caratteriale o punto debole in una stupefacente forza emotiva da cui trarre ispirazione per indossare ad ogni ciak la maschera della quotidianità femminile.
Margherita Buy nasce a Roma il 15 Gennaio 1962, la sua scuola sarà l’Accademia d’Arte Drammatica, dove conoscerà il futuro marito Sergio Rubini ed il teatro, che sarà la sua palestra attoriale fino all’esordio in tv con con il film Flipper con Christian De Sica e Alessandro Haber. L’esordio cinematografico risale invece al 1986 nel drammatico Una grande storia d’amore del regista Duccio Tessari.
Favino, Muccino, Santamaria, Vaporidis, Germano, un successo tutto italiano
Di cinema italiano se ne parla e se ne continuerà a parlare all’infinito. Sarà per la miriade di festival che il nostro bel Paese programma; da Venezia a Roma fino ad arrivare a Torino dove tra qualche settimana prenderà il via la seconda della ventiseiesima edizione del Torino Film Festival, diretta da Nanni Moretti.
Proprio in virtù del cinema di casa nostra, quest’oggi vogliamo dare lustro o perlomeno conto, a cinque giovani attori, chi più o chi meno emergenti, ma tutti sulla cresta dell’onda, che hanno fatto e continuano imperterriti a far impazzire le adolescenti, non solo partenopee, con le loro interpretazioni, a volte sarcastiche e perfino effimere, ma pur sempre di grande qualità.
Recensione: Un giorno perfetto
Primo film italiano a competere per il Leone d’oro a Venezia: Un giorno perfetto, di Ferzan Ozpetek, scritto con Sandro Petraglia, tratto dal romanzo di Melania Mazzucco.
Per la prima volta il regista de La finestra di fronte si misura con una storia che non porta la sua firma e con un mondo segnato dalla tragedia più estrema.
Emma e Antonio, sposati con due figli, sono separati da circa un anno. Antonio vive da solo nella casa dove abitava con la moglie, mentre Emma è tornata da sua madre, portando con sé i bambini. Poi, una notte qualunque, una volante viene chiamata nel palazzo e la polizia si accinge a fare irruzione nell’appartamento da cui qualcuno ha sentito provenire gli spari.