Face/Off-Due facce di un assassino, recensione

Il terrorista freelance Castor Troy (Nicolas Cage) è di nuovo pronto a dispensare morte e distruzione, ma anche stavolta sulle sua strada troverà l’agente speciale dell’FBI Sean Archer (John Travolta) letteralmente ossessionato da Troy, a causa di una tragico evento che anni prima ha visto il figlioletto di Archer perdere la vita in seguito ad un attentato organizzato da Troy. L’FBI riceve informazioni che il fratello di Castor, Pollux (Alessandro Nivola), ha noleggiato un jet all’aeroporto di Los Angeles. Archer sa che Pollux non decollerà senza Castor, quindi organizza un’irruzione con una squadra congiunta composta da agenti FBI e poliziotti di Los Angeles. L’assalto all’aereoporto finirà con Pollux in manette e Castor in coma, che però ha il tempo di rivelare che un’ordigno esplosivo nelle prossime ore devasterà a Los Angeles.

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Da Priest a Machete: 10 “religiosi” sui generis al cinema

Il prossimo 15 giugno approda nelle sale italiane Priest-Il prete, fanta-action con vampiri dall’intrigante ambientazione post-apocalittica basato su una famosa serie di fumetti coreani, che ci propone un’originale setta di preti-guerrieri addestrati dalla chiesa come letali cacciatori di vampiri, una sorta di via di mezzo tra i Cavalieri Templari e i letali ninja del Giappone feudale.

Per l’occasione eccoci pronti a stilare una classifica ad hoc che comprende dieci sacerdoti formato grande schermo piuttosto originali nel loro approccio alla religione e soprattutto all’abito talare, quindi per la nostra Top 10 abbiamo preso in considerazione solo religiosi molto particolari che rappresentino il cinema di genere e la commedia in un’intrigante veste alternativa, vedi l’eccentrico Don Camillo di Fernandel piuttosto che il tormentato  Silas, religioso-killer de Il codice da Vinci, senza dimenticare il monaco investigatore de Il nome della rosa o quello tibetano e immortale dell’action Il monaco.

Dopo il salto trovate la nostra classifica di oggi.

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Confucius, recensione in anteprima

Assistiamo al percorso morale e spirituale di Confucio (Chow Yun-fat) dai suoi esordi nella politica che lo portarono in  breve tempo da Governatore a Ministro della giustizia per poi insegnare poesia, musica, etica e riti ad alcuni discepoli che verranno poi scelti durante il loro percorso d’apprendimento per occupare importanti posizioni di comando, chi in veste di generale dell’esercito chi di governatore.

Purtroppo come spesso accade la lotta di Confucio contro alcune barbarie come la schiavitù e il suo guadagnare velocemente potere attirarono su di lui invidie e rancori che figliarono ben presto un suo esilio al di fuori del suo regno natio, esilio che lo portò a girovagare per diversi anni con i suoi discepoli patendo fame e stenti ed incontrando spesso ostilità e violenza.

Ci vorranno molti anni, alcuni discepoli morti lungo la strada e una guerra ai confini della sua patria affinchè il sovrano ormai vecchio e in fin di vita capisca l’errore commesso e permetta a Confucio di far ritorno in patria, dove morirà di vecchiaia dopo aver completato i suoi scritti che diventeranno una guida per intere generazioni di cinesi.

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Bangkok Dangerous-Il codice dell’assassino, recensione

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In una Bangkok cupa e malfamata il killer prezzolato in trasferta Joe ( Nicolas cage) è in attesa del suo prossimo incarico, nel frattempo applica delle regole ferree che ne fanno un fantasma per chiunque, nessun contatto diretto, neanche con la propria clientela che interagisce con lui tramite una sorta di fattorino che a lavoro finito, Joe elimina simulandone la morte accidentale.

Una vita senza alcuna relazione emotiva che ben presto verrà travolta da due figure molto diverse, ma speculari che entrando nella vita di Joe lo accompagneranno verso la consapevolezza di un bisogno impellente di contatto umano, che per quanto Joe tenti di sopprimere verrà inesorabilmente a galla.

Cosi Kong, l’ultimo fattorino che doveva morire dopo aver svolto qualche commssione, affascinato dal vero mestiere di Joe, diventerà ben presto suo allievo, e l’amore farà il resto, destabilizzando un quotidiano grigio e maniacalmente pianificato, attraverso il sorriso incantevole e la dolcezza di una deliziosa commessa sorda.

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B-cult, Hard Boiled

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Oggi pei i B-cult vi proponiamo Hard Boiled un bell’action made in Hong Kong che ci propone ancora una volta l’accoppiata John Woo/Cho Yun Fat al massimo della forma e con tutta una serie di iperdinamiche e coreografiche sparatorie che faranno la felicità delgi amanti dell’action pura, e ci mostreranno il John Woo più estroso e fracassone, quello che ha incantato Tarantino e non ancora addomesticato dal cinema mainstream.

Specificato tanto per non creare equivoci che amiamo Woo anche nella sua fase americana, questa pellicola datata 1992 ha tutti i pregi, ma anche i difetti delle produzioni del regista cinese cresciuto a pane e western, su tutti una serie di ingenuità in fase di scrittura e alcuni eccessi tipici di prodotti analoghi, come una recitazione non sempre all’altezza e un doppiaggio davvero poco memorabile.

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Pirati dei Caraibi-Ai confini del mondo, recensione

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Avevamo lasciato Will Turner (Orlando Bloom) ed Elizabeth Swann (Keira Knightley) mentre stringevano un patto con Capitan Barbossa (Geoffrey Rush), onde raggiungere i famigerati confini del mondo e riportare indietro Jack Sparrow (Johnny Depp), trascinato nelle profondità oceaniche dal mostruoso Kraken.

Nel frattempo la Compagnia inglese delle Indie Orientali con alla testa Lord Cutler Beckett (Tom Hollander) tiene in scacco Davy Jones (Bill Nighy) costringendolo ad una forzosa alleanza che intende estirpare definitivamente dai mari la piaga della pirateria.

Dopo che Will ed Elizabeth in quel di Singapore tentano senza successo di rubare le mappe dei confini del mondo in mano al pirata Sao Feng (Chow Yun-Fat), cambiano strategia e provano a coinvolgerlo in un alleanza contro Jones e gli inglesi, Feng dal principio restio finirà per cedere ad un ulteriore patto, stavolta stretto con il solo Will Turner che sul piatto metterà Jack Sparrow e la Perla nera in cambio della libertà del padre.

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Il monaco, recensione

il-monacoUn incipit ambientato nel passato vede alcuni soldati nazisti cercare di impossessarsi di un’antica pergamena sacra custodita da un monaco zen all’interno di un isolato e inaccessibile monastero. L’incursione non va a buon fine, uno dei monaci sopravvissuti all’assalto fugge con la preziosa reliquia, il suo compito sarà quella di custodirla e di rintracciare un successore citato da un antica profezia, l’unico in grado di custodire e sfruttare i poteri della pergamena.

Sessant’anni dopo il prescelto in questione si rivela una sgradevole sorpresa, è l’indolente ladruncolo Kar, un vero pessimo elemento, vive di espedienti e non ha nessuna intenzione di perder tempo con reliquie, pergamene, ne tantomeno con il destino del mondo. Il monaco dovrà guardare oltre il caratteraccio e le pessime abitudini di Kar per scoprire un cuore coraggioso ben celato e grazie alla magica pergamena, una strabiliante e inaspettata abilità nelle arti marziali che ne farà il prescelto della profezia.

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Dragonball Evolution: recensione

Goku (Justin Chatwin) è un adolescente che ha, come buona parte degli adolescenti del pianeta, problemi con le ragazze e con qualche bullo di troppo, ma anche una forza ed una tecnica di combattimento che potrebbero in un baleno sistemare i bulli della scuola, farlo diventare ultrapopolare e aiutarlo a conquistare Chichi (Jamie Chung) la ragazza di cui è perdutamente innamorato e che guardacaso sta con il bullo dei bulli.

E allora perchè direte voi Goku ancora subisce le quotidiane vessazioni dei suoi compagni di scuola e colleziona figuracce davanti alla ragazza dei suoi sogni?, Semplice perchè nonno Gohan (Randall Duk Kim) che gli ha tramandato l’antica arte e la magia del kung fu gli ha fatto promettere che non l’avrebbe usata per aggredire alcuno, neanche se provocato.

Purtroppo Goku una sera durante una festa non resiste all’ennesima provocazione e dà spettacolo davanti ad una folla mostrando tutta la sua abilità nel combattimento, sbaragliando la comitiva di prepotenti e conquistando la bella, ma la sera stessa goku, a cui il nonno aveva donato una delle sette sfere del drago, inutile da sola, ma fonte di immenso potere se unita alle altre sei, scopre la sua casa distrutta ed il nonno in fin fi vita. E’ stato Piccolo (James Marsters) ad aggredire nonno Gohan, il lato oscuro del Kung fu, un alieno che liberatosi dalla sua prigione vuole il potere delle sette sfere ed è disposto a tutto pur di ottenerlo.

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Anna and the King: recensione

Il re del Siam Rama IV Mongkut (Chow Yu-Fat) è un re proiettato nel futuro, ma al contempo molto legato alle tradizioni del proprio paese, spaventato dall’avanzare del colonialismo, vuole che il suo regno sia pronto ad affrontare il futuro al meglio e decide di insegnare la lingua inglese ai suoi figli e per farlo utilizza la giovane vedova Anna (Jodie Foster), che con il figlio Luis si trasferisce in Siam.

Dopo aver assistito alla tragica morte di una delle figlie di Mongkut ad Anna viene affidato il compito di allestire un sontuoso banchetto per le autorità inglesi offerto dal Re in segno di future e pacifiche relazioni, a parte qualche battibecco il ricevimento va a buon fine con tanto di ballo finale tra Anna ed il Re.

Nel frattempo La nuova favorita del re fuggita con l’uomo che ama fa  infuriare la corte, Mongkut deve decidere una punizione esemplare, Anna lo prega davanti a tutta la corte di essere misericordioso costringendo così il sovrano a far giustiziare i due amanti per non mostrare ai suoi sudditi alcun cenno di debolezza verso una donna straniera.

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