Collider via Deadline ci informa che lo sceneggiatore e regista Christopher McQuarrie (One Shot) produrrà, scriverà e dirigerà Rubicon, remake multi-piattaforma del classico I sette samurai di Akira Kurosawa. Secondo Deadline il progetto è destinato ad essere trasformato in un film, in una graphic-novel ed in un videogame. Per chi non conoscesse il capolavoro di Kurosawa, la storia è incentrata su un gruppo di ronin assunto dagli abitanti di un villaggio per difendersi daille razzie di alcuni banditi.
Akira Kurosawa
I magnifici sette, recensione
Alla Frontiera tra Messico e Stati Uniti un villaggio viene periodicamemte saccheggiato da una banda di fuorilegge guidati dal losco Calvera (Eli Wallach), il capo del villaggio disperato decide di non attendere inerme il ritorno della banda e si dirige in una vicina città di confine per acquistare delle armi con cui provare almeno a difendersi.
In città incontrano il pistolero Chris (Yul Brinnner) che gli consiglia di reclutare esperti pistoleri prezzolati piuttosto che investire in armi, così il capo del villaggio tenta invano di affidare allo stesso Chris il compito il quale però è piuttosto restio visto che la paga è una miseria e che ci vorrebbe di certo più di un uomo per affrontare Calvera e scagnozzi.
Chris nonostante le perplessità accetta l’incarico e riesce miracolosamente a reclutare ben sei uomini, il primo che risponde alla chiamata alle armi e il giovane e insperto Chico (Horst Buchholz) in principio scartato ma poi reclutato, poi tocca ad Harry Luck (Brad Dexter) un amico di Chris che crede che l’uomo sia in realtà a caccia di un qualche tesoro, il giocatore d’azzardo Vin (Steve McQueen), Bernardo O’Reilly (Charles Bronson) un abile pistolero messicano di origine irlandese, Britt (James Coburn), veloce e letale con il suo coltello e infine Lee (Robert Vaughn) che sembra in fuga da qualcosa o qualcuno.
A 30 secondi dalla fine, recensione
Oscar Manheim (Jon Voight) conosciuto come Manny è una sorta di eroe tra i detenuti del carcere di massima sicurezza di StoneHaven, ogni tentativo di piegarne la volontà da parte del direttore del carcere, lo spietato Warden Ranken (John P. Ryan), non ha sortito alcun effetto e Manny dopo l’ennesimo periodo di isolamento, che stavolta gli è costato tre anni di luce, è pronto una volta uscito a tentare un’evasione, nonostante all’esterno del penitenziario situato in Alaska neve, ghiaccio e una temperatura di venti gradi sotto lo zero rendano l’impresa un vero e proprio suicidio.
Manny comunque nonostante le condizioni proibitive riuscirà ad evadere con l’aiuto di Buck (Eric Roberts) un altro detenuto che lo seguirà in questa folle impresa, una volta all’esterno e raggiunta una stazione ferroviaria, la coppia abbandonerà le divise carcerarie e rubati alcuni indumenti sceglierà un convoglio in cui nascondersi in attesa che terminata la sosta il treno riprenda la sua corsa, allontanandoli il più possibile dal penitenziario e dagli uomini che nel frattempo Ranken ha sguinzagliato sulle loro tracce.
Per un pugno di dollari, recensione
Un pistolero (Clint Eastwood) giunge in una sperduta cittadina ai confini tra Stati Uniti e Messico e fermandosi al locale saloon stringe amicizia con un barista che lo mette al corrente di una sanguinosa faida in atto nella città, in cui si stanno confrontando la famiglia Rojo capitanata dal capofamiglia Don Benito e la famiglia Baxter che vede tra i suoi membri lo sceriffo della città.
Lo straniero, che si fa chiamare Joe inizia uno strano e pericoloso gioco delle parti che lo vedrà schierarsi in cambio di denaro prima da una parte e poi dall’altra, acuendo nel frattempo il dissidio tra le bande, questa confusione indotta da Joe permetterà a quest’ultimo di far fuggire anche una famiglia a cui il pistolero donerà gran parte del ricavato del suo doppio gioco, escludendo così l’ipotesi che le sue azioni siano dettate solo dal denaro.
Joe dopo essere sfuggito ai messicani diventerà ancora una volta causa di un efferato scontro che vedrà i Baxter sterminati dai messicani, massacro seguito dal ritorno in città di Joe pronto armi alla mano a terminare il lavoro.
Festival di Roma 28 ottobre: aprono le danze Last Night e Tron Legacy
Oggi apre ufficialmente i battenti la quinta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, come la scorsa edizione eccoci pronti a dare quotidianamente una scorsa al programma della rassegna per segnalarvi giorno per giorno gli eventi di punta e le proiezioni più interessanti.
Stamane per le proiezioni mattutine toccherà a due pellicole, entrambe in concorso nella sezione Alice nella città, inaugurare l’intensa giornata di eventi e proiezioni.
Festival di Venezia, 10 film da Leone d’oro
Visto l’avvicinarsi della data di debutto della sessantasettesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia oggi vi proponiamo una seconda classifica dedicata al Leone d’oro, prestigioso riconoscimento assegnato dalla manifestazione.
Dopo aver menzionato nella precedente classifica i Leoni alla carriera assegnati ad alcuni dei piu grandi registi di sempre, oggi ci occupiamo invece dei film che dal 1946 sino all’ultima edizione della rassegna veneziana hanno vinto il Leone d’oro come miglior film.
Naturalmente abbiamo dovuto stilare una classifica facendo una cernita a volte molto difficile, ma cercando di selezionare pellicole che hanno trovato un posto anche nel cuore degli spettatori e non solo in quello di cinefili e critici, insomma un Leone d’oro che abbia messo d’accordo pubblico e critica.
Festival di Roma 2010, debutto con Keira Knightley e Last Night
E’ ufficiale il Festival Internazionale del Film di Roma che ricordiamo aprirà i battenti il 28 ottobre 2010 sarà inaugurato dal melò romance Last night, debutto alla regia per la sceneggiatrice di origini iraniane Massy Tadjedin, tra i suoi lavori lo script di The Jacket, che vede come protagonisti Keira Knightley, Sam Worthington ed Eva Mendes.
Last night è una co-produzione franco-americana che racconta di una coppia di sposi, Worthington e la Knightley, messi alla prova da odierne tentazioni e amori che tornano dal passato, ma ci saranno anche altri nomi di rilievo che transiteranno nel prestigioso festival capitolino giunto alla sua quinta edizione come la diva Nicole Kidman che produce e interpreta il dramma Rabbit Hole di Cameron Mitchell, altro matrimonio in crisi, ma stavolta provato dalla morte di un figlio e da una difficile elaborazione del lutto.
Tango & Cash, recensione
Due detective della polizia di Los Angeles, il griffato, fascinoso e genio della finanza Raymond Ray Tango (Sylvester Stallone), e il sanguigno e impulsivo Gabriel Gabe Cash (Kurt Russell), si sfidano a colpi di arresti e traffici illeciti sventati sulle prime pagine dei maggiori quotidiani, mentre il boss Ives Perret (Jack Palance) si ritrova nel bel mezzo della disfida perdendo milioni di dollari e tonnellate di droga.
Perret decide allora di sfruttare la competizione e l’egocentrismo dei due poliziotti organizzando con altri due boss, un elaborato complotto che incastrerà Tango e Cash per l’omicidio di un’agente federale, al complotto seguirà sospensione dal servizio, causa in tribunale e pubblico ludibrio, culminando con l’arresto e la detenzione in un dei peggiori carceri di massima sicurezza, pieno zeppo di criminali psicopatici pronti a farla pagare a chi ha collaborato a sbatterli in quell’inferno.
Il piano di Perret e soci prevede come gran finale l’eliminazione fisica dei due scomodi poliziotti con il supporto di alcune guardie carcerarie corrotte e un ‘orda di vendicativi galeotti, per fortuna la coppia si lancerà in una provvidenziale evasione, e una volta fuori si unirà per riabilitarsi e vendicarsi dell’odiato Perret, cosa che accadrà in un fracassone e funambolico finale da manuale.