Katy (Eva Mendes) è una professionista che sa esattamente quel che vuole, ascolti stratosferici, successo e milioni dagli sponsor, ed è in cerca di un’idea che possa spiazzare la platea televisiva americana e strappare pubblico alle potenti reti concorrenti.
Durante una riunione creativa con il suo team di fidati autori fioccano idee strambe, ma tutte indirizzate verso la morte e la violenza, un connubio che come dice la stessa katy attirerebbe pubblico a palate. Dopo una serie di frustranti tentativi di format ecco arrivare l’idea vincente, fulminea e inaspettata, qualcuno pronuncia la parola roulette russa e Katy impazzisce.
Live! sarà la creatura mediatica partorita da Kate che vedrà sei concorrenti, cinque milioni di dollari ed una morte in diretta tramite il perverso meccanismo della famigerata roulette russa. Il suo capo decide momentaneamente di appoggiare la folle idea di kate già pregustando il suo fallimento ed il successivo licenziamento, ma la donna si rivelerà alquanto deterrminata.
Riuscendo a scavalcare la censura, gli organi di controllo, e piegando la costituzione americana a suo favore, katy raccimolerà gli sponsor necessari e provinerà centinaia di persone disposte a partecipare al reality, nel frattempo tutti i suoi preparativi fino all’inizio dello show saranno ripresi da una telecamera, le cui immagini diventeranno un documentario sulla realizzazione del programma.
Live! ascolti record al primo colpo è stata una piacevole sorpresa, un finto documentario o mockumentary come si usa chiamarlo in gergo, diretto da un documentarista premio Oscar, il veterano Bill Guttentag, per un benefico cortocicuito che convince per efficacia visiva, ritmo ed una protagonista finalmente ben sfruttata.
La sensazione di chi guarda è straniante, perchè i vari piani di finzione si sovrappongono e attraversano senza mai scontrarsi o intralciarsi, il concetto reality è analizzato nel suo significato più viscerale ed estremo ma anche più vero, e si sorvola volentieri sulla poca credibilità del soggetto in favore di un approfondimento sulla degradazione della comunicazione mediatica e di una degenerazione degli usi e costumi platea televisiva.
La stessa protagonista è scollegata dalla realtà, sembra vivere lei stessa in un reality, sensazione acuita dalla telecamera che perennemente l’accompagna e ne documenta il quotidiano, e quando arriverà il momento di confrontarsi con l’atto pratico e le conseguenze delle sue scelte il suo edulcorato e rampante mondo televisivo fatto di percentuali e videoclip si sbriciolerà sotto i colpi inferti da una coscienza improvvisamente ridestata.
Un plauso a tutta l’operazione, dalla scelta del regista che del film ha riletto visivamente i canoni estetici tralasciando almeno in parte l’impronta politically correct holywoodiana, ma non rinunciando per questo a giocarci, alla scelta della protagonista Eva Mendes, finalmente in un ruolo completo ed impegnativo in cui mostrare oltre all’indubbia avvenenza anche un gran talento.