Recensione: I due superpiedi quasi piatti

Miami, Wilbur (Bud Spencer) e Matt (Terence Hill) sono una coppia di amici disoccupati, nessun lavoro all’orizzonte ed il bisogno di sbarcare il lunario e così Matt ha la pessima idea di rapinare un supermercato che tiene d’occhio già da un pò di tempo.

Organizzato il tutto, la coppia di improvvisati rapinatori si porta sul retro del negozio intenzionata ad irrompere nell’ufficio dell’amministrazione, ma una volta dentro si accorge di essere inavvertitamente piombata nell’ufficio reclutamento della polizia di Miami.

Per evitare di essere scoperti e con assoluta nonchalance i due si presentano alla scrivania del reclutatore che in men che non si dica li arruola e li inserisce nel corso di addestramento della durata di due settimane che i due rassegnati affrontano e superano.

La coppia tenta in tutti i modi di farsi cacciare dall’improvvido impiego, ma niente da fare, però con il passare del tempo  i due cominciano con loro sorpresa ad apprezzare sempre più la nuova occupazione e lentamente cominciano ad applicare la legge in maniera sempre più efficiente. Efficienza che li porterà a risolvere un caso d’omicidio e a sgominare un’intera banda dedita allo spaccio di droga.

I due superpiedi quasi piatti si presenta come una delle migliori performance del divertente duo, l’iter di trasformazione da delinquenti alquanto casarecci ad efficienti poliziotti è  veramente divertente, specialmente nella esilarante fase di addestramento, sequenza comica che rivedremo ampliata anche nel demenziale Scuola di polizia.

Il film è una coproduzione americana ed italiana, si nota comunque il budget leggermente superiore alla media e le location, tutte site in quel di Miami, che aiutano non poco la comunque esile sceneggiatura che si basa come al solito esclusivamente sulla verve comica dei due protagonisti tralasciando completamente il resto dei personaggi ridotti a macchiette dalle poche e dimenticabili battute.

L’americanissimo regista E.B. Clucher è in realtà il nostrano Enzo Barboni che con la coppia Spencer-Hill ha ormai una duratura e ben consolidata collaborazione, suoi i due Trinità (1970/1971) e Non c’è due senza quattro (1984), Barboni in questo film è oltre che regista, autore del soggetto e della sceneggiatura.

Una commedia per tutta la famiglia, decisamente superiore alla media dei film della coppia, con un’intrigante ambientazione americana e una serie di gag veramente riuscite, che si può volere di più?