Definirlo un film drammatico è veramente riduttivo. Trattasi di un film che va molto al di là del semplice dramma, e il tutto è sminuito a partire dal titolo italiano: Allucinazione Perversa.
Questo suona infatti come un qualcosa che sta a metà tra il giallo vecchio stile e il softcore. Siamo completamente fuori strada. Il titolo originale è Jacob’s Ladder, e ci troviamo di fronte a un’ulteriore manifestazione dell’immotivato scempio traduttorio perpetrato da noi contro il cinema internazionale.
Ma andiamo con ordine. Il film è del 1990, diretto da Adrian Lyne e interpretato da un giovane Tim Robbins. La storia allucinante che vi sto per raccontare era stata scritta da Bruce Joel Rubin già nei primi anni 70, ma solo dopo l’apporto di Lyne l’autore riuscì a vederla trasformata in un film.
E questo è stato un bene. Jacob Singer (Tim Robbins), reduce del Vietnam, lavora alle poste insieme alla sua compagna Jezebel (Elizabeth Peña). La guerra non è l’unico dei massi piombati a tradimento sulla schiena di Jacob: qualche tempo prima ha perso suo figlio Gabe (Macaulay Culkin), falciato via da un automobilista.
Questo sarà il trauma che lo porta a separarsi dalla prima moglie, per poi abbassare il tiro delle aspirazioni della vita, in generale. Ma qualcosa non va. Jacob comincia ad avere mostruose visioni.
Demoni terrificanti lo scrutano dai finestrini della metropolitana in corsa, o dalle auto che sfuggenti gli si avvicinano. Jacob non capisce. Particolari grotteschi cominciano a decorare in modo agghiacciante la realtà, come la testa di un animale perfettamente confezionata nel frigo, come se fosse una normale vivanda.
Qualcosa non va per il verso giusto, questo è certo. Quando le visioni si fanno più frequenti, Jacob decide di andare a fondo, finendo per entrare nei torbidi segreti di quella tremenda sparatoria in cui è rimasto coinvolto in Vietnam.
I flashback di quei momenti terribili cominciano ad intensificarsi, e ad alternarsi con dei veri e propri shift temporali, in cui Jacob passa da una realtà a un’altra, da un tempo a un altro, fino a cadere nella confusione totale, fino a precipitare nel delirio.
Ma qual’è la verità? Questo cercherà di scoprire Jacob nella sua progressiva e continua discesa nelle tenebre, ai limiti della follia, per arrivare a toccare gli archetipi più profondi che improntano l’esistenza del genere umano: il Bene e il Male, l’Inferno e il Paradiso, la vita e la morte.
Di una profondità sconcertante, Allucinazione Perversa ci accompagna attraverso un viaggio allucinante nei meandri reconditi della mente umana, nella ricerca del bene e della verità facendosi strada tra gli inevitabili pezzi di tenebra che sono parte integrante dell’animo umano.
Solo attraverso un lungo processo di ricerca è infatti possibile raggiungere quell’attimo catartico, quell’istante che ci porta al di sopra delle nuvole dell’incertezza, per essere presi per mano dalla sicurezza che solo l’innocenza può manifestare.
La scala di Jacob è il riferimento biblico del collegamento tra l’Inferno e il Paradiso, il link cliccando sul quale si passa da una sponda a un’altra, colmando la distanza enorme – ma finita – che separa il bianco dal nero.
Non è la morte il peggiore dei mali, ma l’oscurità dell’inconsapevolezza e della menzogna, dell’oscurantismo promulgato dai terribili esperimenti che vengono effettuati da sempre in guerra, producendo risultati che ci troviamo quotidianamente davanti agli occhi.