Joe Kidd, recensione

la-locandina-di-joe-kidd-44717

In Messico alcuni coloni americani stanno cercando di impadronirsi delle terre dei locali, nessuno sembra fermarli, la spartizione prosegue e quando i leggittimi proprietari cercano di bloccare l’illegale spartizione utilizzando vie legali, gli archivi con tutti i certificati di proprietà, vengono dati alle fiamme..

Le ultime resistenze dei locali vengono placate con una massiccia dose di violenza, i locali che si ribellano vengono prima irretiti e minacciati e in seguito uccisi, uno di loro, il peones Luis Charma organizza una serie di rappresaglie contro i coloni, seguite da altrettante spedizioni punitive organizzate da un certo Mr. Harlan che ha coalizzato coloni e alcuni sicari, nel bel mezzo della guerra l’impotente sceriffo Matchell incapace di porvi rimedio e ormai in balia degli eventi.

Harlan assolda anche il ranchero Joe Kidd, abile pistolero che accetta il lavoro con la ferma intenzione di vendicare il suo domestico Emilio che sembra essere stato ucciso proprio da Charma, nel vano tentativo di imperdire una razzia di cavalli nella suo ranch. Ben presto le carte si scopriranno e vista la violenza gratuita di Harlan e soci contro peones inermi e l’innocenza di Charma, Kidd si alleerà con quest’ultimo e i due metteranno finalmente fine alla sanguinosa faida.

Bel classico datato 1972, fornito di un cast assolutamente perfetto con facce da western del calibro di Clint Eastwood e Robert Duvall, la pellicola si presta ad un racconto asciutto e coinvolgente che ha nella recitazione e nel comparto tecnico due punti di forza.

Alla regia il veterano John Sturges cineasta statunitense classe 1911, esperto nel raccontare  avventure d’ampio respiro e l’epica da frontiera, nel suo curriculum due classici di sempre I magnifici sette e La grande fuga.

Joe Kidd non deluderà gli amanti del genere anche perchè viene da un decennio ricco di riletture visivivamente intriganti del western classico, sempre però rispettose di clichè e stilemi tipici del repertorio, inaugurate nel 1969 dal cult Il mucchio selvaggio di Sam Peckinpah.