Il 13°guerriero, recensione

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Anno 910, il cortigiano Ahmad Ibn Fadlan (Antonio Banderas) viene esiliato dal Califfo di Bagdad su pressione di un nobile a causa di una moglie contesa, e insieme all’amico Melchisidek (Omar Sharif) investito della carica di ambasciatore e spedito nelle terre del nord.

Il lungo viaggio terminerà  nelle lontane e nebbiose terre dei vichinghi dove i due uomini conosceranno un gruppo di prodi guerrieri, fraternizzeranno con loro e dopo aver mangiato alla loro tavola e condiviso il dolore di una veglia funebre, si vedranno coinvolti in una pericolosa missione a causa di un indovina e di una minaccia che incombe su  un villaggio assediato da misteriosi demoni mangiatori di carne umana.

In realtà ad esser coinvolto nella spedizione sarà solo Fadlan che designato come il tredicesimo guerriero dalla visione della veggente, raggiungerà il villaggio insieme ai nuovi compagni e dopo una serie di ostacoli dovuti alla lingua che però l’uomo molto colto  imparerà velocemente, e qualche dimostrazione fisica del suo effettivo valore di  guerriero, aiuterà villaggio e nuovi alleati a sconfiggere una pericolosa tribù di cannibali entrando nella leggenda.

Il regista John McTiernan sforna uno dei suoi lavori migliori, cineasta capace di maneggiare l’action con grande dovizia, vedi i cult Trappola di cristallo e Predator, torna a miscelare i generi e stavolta punta su uno script di grande presa, adattando un romanzo di uno degli scrittori più cinematografici di sempre Michael Crichton.

Avventura, cappa e spada, un pizzico di horror uniti ad un protagonista, Antonio  Banderas, davvero efficace e credibile, lo vedremo così incisivo anche nel successivo La maschera di Zorro, altro film avventuroso con un personaggio cucito adossso all’attore spagnolo.

Il 13° guerriero funziona perchè non si lascia andare all’effettaccio speciale o alla febbre da CGI, qui tutto è decisamente realistico, la messinscena ricalca tensione ed intenzione del cult Predator, con una location selvaggia e inospitale acuita da una minaccia sconosciuta e letale.

Consigliato a chi ama il filone epico/avventuroso poco visitato in questi ultimi anni, un discreto esempio è il recente Outlander-L’ultimo vichingo che saccheggia abbondantemente il cinema di McTiernan, naturalmente visti contenuti della pellicola e l’elevato tasso di sangue e violenza il film non è adatto ai più piccini.